Cultura e Società Psicologia

Lungo la via della Felicità: obiettivo benessere

Il 20 marzo di ogni anno, a partire dal 2013, si celebra la giornata della felicità. La felicità è una delle sei emozioni di base e si caratterizza per avere uno specifico stato di attivazione (arousal) con una valenza estremamente positiva: ciò la rende un’emozione fortemente associata al benessere.

Celebrare la felicità significa promuoverla e aumentarne la consapevolezza pubblica, proponendo anche attività o iniziative educative a riguardo: per questo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha stabilito una giornata ad essa dedicata, ispirandosi all’esempio del Bhutan, il quale ne riconosce l’importanza sociale fin dai primi anni Settanta.

Il Paese ha persino adottato la “Felicità Nazionale Lorda” come obiettivo da raggiungere mediante strumenti, misure e manovre economiche per la crescita del Paese. Lo scopo di questa giornata è quindi quello di porre l’attenzione sull’importanza di felicità e benessere, e sulla necessità della loro integrazione negli obiettivi e nelle priorità della politica attraverso, ad esempio, la scelta di promuovere sviluppo e crescita economica sostenibile.

La Felicità Interna Lorda: un parametro sfidante e complesso per la ricerca

Con Felicità Interna Lorda (FIL) si intende il tentativo di definire uno standard di vita orientato alla felicità. Questo parametro si discosta dal PIL perché non guarda alle relazioni sociali solo dal punto di vista reddituale. La FIL si propone di considerare diversi indicatori, tra cui figurano aspetti economici come il tasso di occupazione, ma anche aspetti psicofisici ed emotivi come il benessere fisico (ad esempio, l’incidenza di diverse malattie) e psichico (la soddisfazione dei cittadini o la diffusione e l’utilizzo di psicofarmaci).

La ricerca psicologica prova a fissare questo parametro con difficoltà e per questo l’obiettivo risulta sfidante e complesso. L’approccio scientifico richiede infatti di “operazionalizzare” molte variabili psicologiche, rendendole quantificabili e misurabili in maniera oggettiva.

Ed è proprio la capacità di essere felici che rappresenta una sfida in sé. Al giorno d’oggi ci si imbatte infatti con facilità in notizie che riportano tragedie e disastri. È bene però tenere a mente che – come molte altre emozioni – la felicità è presente in vari aspetti nelle nostre vite e per questo possiamo facilmente trovare intorno a noi riferimenti che ce la ricordano, come ad esempio nelle canzoni che ascoltiamo.

È il caso di “Happy” di Pharrell Williams, che trasmette energia e parla di felicità e allegria che non verrà turbata o la canzone “Felicità puttana del gruppo The Giornalisti, che parla di una felicità fugace, ma che allo stesso tempo lascia il segno. Ci sono anche stati episodi dove si è parlato apertamente e con successo di felicità, come nel caso del monologo di Roberto Benigni trasmesso dalla RAI, che è stato visto come un invito collettivo, rivoluzionario, un traguardo alla portata di tutti:

“.. La felicità, sì, la felicità, a proposito di felicità, cercatela, tutti i giorni, continuamente, anzi chiunque mi ascolti ora si metta in cerca della felicità ora, in questo momento perché è lì, ce l’avete, ce l’abbiamo, perché l’hanno data a tutti noi...”

Cambiare il proprio punto di vista aiuta nella ricerca della felicità

Come dicevo, spesso capita però che si faccia fatica a “trovare la felicità” e che il nostro focus sia orientato in direzione di qualcos’altro, da raggiungere e ottenere prima di essere felici. Nel nostro presente ci focalizziamo spesso proprio su quello che ci manca, al posto di quello che abbiamo. In alcune situazioni infatti manca un tassello, c’è una situazione difficile da affrontare o c’è qualcosa che ostacola la felicità.

In molte altre situazioni però si va alla ricerca spasmodica di quello che pensiamo ci permetterà di raggiungerla, ma una volta ottenuto quell’obiettivo se ne cerca subito un altro, e un altro ancora, senza lasciare lo spazio per godersi il momento. Difficilmente ci si sente arrivati, felici, eppure possiamo imparare qualcosa guardandoci intorno, provando a cambiare il nostro focus, fare caso ai momenti che viviamo.

Quello che è importante ricordare è che la felicità non è una costante, non è perenne. Come tutte le emozioni è un momento. Meglio quindi collezionare tanti momenti felici, a partire dalle cose piccole, da quelle che abbiamo e che spesso diamo per scontate. In quei momenti possiamo sperimentare una vera felicità, percepirla, esserne consapevoli e usarla come un innesco che spinge ad agire, per noi e per gli altri.

L’importanza della felicità del singolo si misura nel modo in cui questa può diventare uno strumento di benessere collettivo. Dare importanza ai momenti, avere consapevolezza delle proprie emozioni, focalizzarsi su quanto si vive e sull’ambiente circostante non può fare altro che aumentare il rispetto e la responsabilità verso sé e gli altri.

Arianna Cavagna

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