Ecologia Locale

VAIA, come l’economia circolare può trasformare un disastro in un’opportunità

VAIA, come l'economia circolare può trasformare un disastro in un'opportunità

Marianna Moser è project manager di VAIA S.r.l., con un focus particolare sui negozi ambassador, gli eventi e l’educazione ambientale. Ha raccontato a LUMEN slowjournal il processo di nascita e sviluppo di un’azienda che ha saputo trasformare un disastro ambientale in un’opportunità, con effetti generativi su ambiente ed economia locale.

Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre è ricorso il quinto anniversario della tempesta Vaia. La notte tra il 28 e il 29 ottobre 2018 42 milioni di alberi sono stati rasi al suolo dalla forza del vento, dando origine al disastro di naturale che ha causato più danni all’ambiente degli ultimi 70 anni.

Da allora, VAIA S.r.l ha avviato alcuni processi in economia circolare, ma non solo. La vasta progettualità che l’azienda promuove prevede ad esempio anche la piantumazione di alberi nelle zone colpite dalla tempesta e molte altre iniziative.

Artigianato locale e tradizioni al centro del progetto VAIA

Marianna, che ha seguito il progetto aziendale dagli inizi, racconta: “Federico [Stefani, il fondatore del progetto nda] in quel momento si trovava all’università di Ferrara. Da subito si è accorto dell’entità della tempesta perché non riusciva a mettersi in contatto con la sua famiglia, in Trentino. Al suo rientro si è domandato che cosa potesse fare per aiutare, soprattutto perché, non avendo competenze da soccorritore o da forestale, non poteva avere un approccio tecnico per supportare la propria comunità”.

La perdita delle foreste ha infatti rappresentato un danno non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia locale legata alla filiera del legno. Marianna ricorda: “In quel momento è nata l’idea per il VAIA Cube, a partire da un regalo che Federico aveva ricevuto dal nonno. Dopo aver coinvolto Paolo e Giuseppe e aver scritto il progetto, il 12 settembre del 2019 è stata fondata VAIA S.r.l., inaugurata poi a un anno esatto dal disastro ambientale”.

La prima fase del progetto ha previsto una ricerca di collaborazioni tra gli artigiani locali, perché l’idea dell’azienda, fin dall’inizio, è sempre stata quella di riuscire a contribuire alla ripresa economica locale, valorizzando il legname degli alberi caduti attraverso processi in economia circolare. Per completare la circolarità del processo Federico, Paolo, Giuseppe e Marianna hanno pensato inoltre di avviare un progetto che prevedesse la ripiantumazione di un albero nelle zone colpite da Vaia per ogni VAIA Cube che sarebbe stato venduto.

VAIA Cube – Foto di Giulia Lenzi

Prospettive e sviluppi futuri: l’economia circolare rende il progetto VAIA esportabile

Oggi, dopo quattro anni di start up, VAIA S.r.l. ha contribuito alla piantumazione di 90.000 alberi sulle Dolomiti. Marianna afferma: “Questa operazione ci inorgoglisce molto, perché piantumare un albero significa contribuire al ripristino dell’ambiente, ma anche investire nel futuro, dal momento che saranno le prossime generazioni a vederne i risultati”.

Dall’autunno del 2020 VAIA S.r.l. ha avviato le piantumazioni aperte al pubblico, operazione che ha aiutato ad ampliare la portata mediatica del progetto. Da allora l’azienda ha iniziato ad esportare il VAIA Cube in tutto il mondo, permettendo a molte persone di contribuire alla piantumazione e al ripristino ambientale delle zone colpite da Vaia.

Così, i fondi ottenuti hanno consentito di avviare processi in economia circolare anche con prodotti realizzati con il legno rovinato dal Bostrico, un parassita che ha colpito le piante cadute e che nelle prime fasi successive al disastro minacciava di incrementare i numeri di alberi caduti.

Ad oggi, l’azienda ha costruito una filiera di punti vendita ambassador, che sono soprattutto botteghe a gestione familiare e piccoli negozi nei centri storici. Marianna spiega che in questo modo “anche un negozio in Sicilia venda il VAIA Cube e contribuisce alla sistemazione e alla riqualificazione del territorio danneggiato in Trentino. Poi, un po’ alla volta abbiamo inserito anche un ulteriore oggetto, il VAIA Focus, creato secondo lo stesso principio del Cube. In questo caso l’oggetto non amplifica il suono, ma le immagini e i fondi raccolti con la vendita di questo prodotto sostengono un progetto di tutela dei ghiacciai”.

VAIA, come l'economia circolare può trasformare un disastro in un'opportunità
VAIA Focus – Foto di Brand and Soda

Recentemente l’azienda ha seguito inoltre dei progetti di piantumazione anche al di fuori del Trentino. La prima piantumazione VAIA in città, realizzata in partnership con ETIFOR e wownature, ha permesso di far nascere a Venezia il Bosco Lio Piccolo, che porterà benefici diretti per gli argini lagunari e per la fitodepurazione delle acque veneziane.

A fine ottobre è stata invece la volta di Roma, dove sono stati piantati 50 nuovi alberi al Parco del Pineto, nel contesto della prima edizione del “Premio Cambiare”, a cura di Dire Fare Cambiare 2030. L’obiettivo in questo caso è stato quello di sottolineare le buone pratiche sociali, culturali e ambientali presenti nella Capitale, per renderla sempre più aperta e inclusiva, attenta alla tutela dei diritti umani e dell’ambiente, vocata all’innovazione sociale e alla comunicazione etica.

Inoltre, VAIA S.r.l. sta studiando ora come attivare una progettualità anche in Puglia, dove dei processi in economia circolare simili a quelli utilizzati per il legname rovinato dal Bostrico potrebbero permettere di recuperare il legno degli ulivi colpiti da Xylella. In questo caso, l’azienda sta collaborando con il laboratorio del Prof. Dorigato, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento, per realizzare nuove bioplastiche a partire dal legno.

Educare e innovare, il progetto educativo di VAIA

Infine, il progetto VAIA ha avviato anche alcune progettualità nel campo dell’educazione ambientale. H2o+ ETS, VAIA ed ENAIP TRENTINO, in collaborazione con le startup VAIA, RUMA e Moqa, hanno presentato a maggio un’hackathon in Primiero.

VAIA, come l'economia circolare può trasformare un disastro in un'opportunità
Hackathon con studenti per la realizzazione di progetti in economia circolare – Foto di Elisa Mastro

Hanno preso parte all’iniziativa quattro studenti per ogni scuola del settore legno coinvolta, accompagnati da un loro docente e affiancati da 6 studenti di design e da 2 docenti dell’Università del Design di Siracusa. La finalità è stata di far collaborare diversi professionisti per creare progetti di economia circolare. Inoltre, per poter permettere una maggiore contaminazione, gli studenti dei diversi Centri hanno svolto le attività mescolati.

A livello didattico, questo ha permesso agli studenti di comprendere diverse competenza trasversali e di applicarle al proprio centro. Così, una volta rientrati, gli studenti partecipanti hanno potuto trasmettere le competenze e i contenuti acquisiti, realizzando un prototipo del progetto generativo ideato durante l’Hackathon.

Giovanni Beber

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