La libreria di passaggio

Piranesi

Cosa c’è di più bello di un libro che incoraggia il lettore a perdersi al suo interno? Un libro labirinto, in cui molto va esplorato e qualcosa rimarrà sempre sconosciuto; un libro caccia al tesoro, in cui ciò che si cerca non è soltanto la verità ma anche l’innumerevole mole di riferimenti ad altre opere di fantasia che l’hanno preceduto. E quale periodo migliore per abbandonarsi a una lettura simile se non l’inverno, con il freddo che ci spinge sul divano armati di copertina sulle ginocchia e con una tazza di cioccolata calda accanto?

È per questo che ci siamo tenute questo romanzo fino ad ora. L’abbiamo letto qualche mese fa e sapevamo che prima o poi avrebbe dovuto fare la sua comparsa in questa rubrica, ma necessitava di un momento appropriato e abbiamo pensato che l’incipiente periodo natalizio fosse il migliore. Il libro di cui vogliamo parlarvi oggi si intitola Piranesi ed è stato scritto da Susanna Clarke. Molti di voi probabilmente avranno già sentito parlare di questo romanzo, visto che si è aggiudicato nel corso dell’anno numerosi premi tra cui il Women’s Prize, o della sua autrice, divenuta famosa una decina di anni fa con il suo primo romanzo, Jonathan Strange & il signor Norrell. Ecco, chi la conobbe allora potrà ricordare una storia fantasy, un tomo piuttosto imponente, dall’aria vagamente gotica e d’ispirazione vittoriana, e forse si chiederà che fine abbia fatto l’autrice in tutti questi anni.  Purtroppo Susanna Clarke si è ammalata poco dopo l’uscita della sua prima opera e ha trascorso anni in reclusione, incapace di portare a termine anche la più semplice routine quotidiana, figurarsi scrivere un libro. Piranesi è dunque un romanzo a lungo meditato e che sicuramente reca in sé anche le tracce della sofferenza e dell’esperienza di straniante solitudine che l’autrice ha vissuto in tutto questo tempo.

Sarebbe sbagliato ricercare in questo libro le stesse atmosfere dell’opera precedente soltanto perché entrambe sono state pubblicate in collane dedicate al fantasy. Piranesi, infatti, è un’opera unica, un romanzo breve, scritto in modo semplice e diretto, a cui l’etichetta fantasy sta stretta. Un romanzo che trascende i generi e che scava nella psiche del lettore attraverso le suggestioni e gli indizi di cui è disseminato.

Non è la prima volta che vi suggeriamo un romanzo di genere. Ormai saprete che non siamo schizzinose e non ci lasciamo intimidire dalla necessità dell’editoria di incasellare ogni prodotto letterario. Il fantasy è, probabilmente, uno dei generi più bistrattati e moltissimi lettori adulti lo rifuggono come un prodotto del demonio, tendendo ad associarlo sempre a storielle leggere popolate di fate, gnomi, draghi e amorazzi adolescenziali. Al di là del fatto che a noi i draghi piacciono un sacco, il fantasy è stato e può essere molto altro, però. Susanna Clarke è stata grandiosa nel dimostrarcelo con Piranesi

Vi chiederete a questo punto di che parli esattamente questo romanzo e qui dobbiamo ammettere di essere in difficoltà. Non perché sia complesso da comprendere, ma perché essendo anche un mystery non vorremmo svelarvi troppo, togliendovi il piacere della scoperta. Diciamo allora che il protagonista è un uomo di nome Piranesi. O almeno, così accetta di venire chiamato, visto che se mai ha avuto un altro nome lui non riesce a ricordarlo. Egli vive da solo all’interno della Casa, uno spazio enorme e labirintico composto da infiniti Saloni collegati gli uni agli altri da Corridoi e Vestiboli e disposto su tre Livelli, dei quali uno è allagato e l’altro è immerso nelle nuvole. Sue uniche compagne sono le Statue che campeggiano su ogni Parete di ogni stanza, piccole e grandi, integre o spezzate dall’opera degli agenti atmosferici e dalle Maree che inondano regolarmente i Saloni del piano intermedio. Piranesi non è mai uscito dalla Casa. Gli unici altri esseri viventi all’interno di questo misterioso luogo sono gli Uccelli che di tanto in tanto vi nidificano e l’Altro, un uomo di scienza che si avvale dell’aiuto di Piranesi per esplorare la Casa. 

Vi sentite già persi, sballottati in questo mondo immaginario? È normale e riteniamo che sia proprio l’effetto che Susanna Clarke voleva creare gettandoci a capofitto in questo strano universo, in cui persino le maiuscole sembrano impazzite. Sono tanti, in verità, i lettori che al primo approccio con questo libro si sono sentiti respinti proprio dalla sensazione di non comprendere, di non riuscire a seguire il filo della narrazione. Serve un briciolo di fiducia, bisogna credere che tutto acquisterà un senso e abbandonarsi alla poesia delle parole della Clarke per poter godere di Piranesi, ma se riuscirete a superare lo sconcerto iniziale questo romanzo non potrà non farsi amare. 

Perché una delle peculiarità di questo libro è che piace a tutti. Proprio a tutti, sia a chi ama il fantasy sia a chi non lo legge mai, sia alle persone molto razionali sia ai sognatori, e questo perché Piranesi si presta a tantissime diverse letture. Ci sarà chi vorrà darne un’interpretazione letterale, chi più psichiatrica, chi più fantascientifica; ci sarà chi apprezzerà maggiormente il lento procedere della prima metà e chi si appassionerà all’ultima, concitata parte, dove la narrazione prende una piega più d’azione. Tutti però si innamoreranno di Piranesi, la voce narrante della storia, un personaggio unico, complesso, che riuscirà a scaldarvi il cuore. 

Susanna Clarke ha intessuto, con la sua scrittura poetica e scorrevole al contempo, una storia molto semplice ma che riesce a stimolare l’immaginazione e la capacità di visualizzazione del lettore e che apre a mille sentieri diversi, tutti ugualmente intriganti. La chiave di lettura che sceglieremo rifletterà, in fondo, noi stessi, le nostre aspettative e il nostro modo di ragionare, rendendoci parte integrante del processo narrativo, che è poi la magia della grande letteratura, come ben ci ha insegnato La storia infinita. Date una chance a questo romanzo, dunque, e lasciate che Piranesi vi accompagni fin nei recessi più oscuri dell’animo umano, per poi riemergerne con un senso di serenità inaspettato. Piranesi tuttavia l’aveva sempre detto: “la Bellezza della Casa è incommensurabile; la sua Gentilezza, infinita”.

Elena e Manuela

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