La libreria di passaggio

Nightmare Alley

Come ormai ben sapete la libreria di passaggio racchiude una quantità di libri così impressionante da piegarne le mensole e permettere alle sue proprietarie di leggere sull’onda dell’ispirazione momentanea, assecondando ogni capriccio. L’aria autunnale ci porta sempre a desiderare letture in cui si respiri un’atmosfera un po’ cupa e inquietante e questa volta la scelta è caduta su Nightmare Alley, romanzo di William Lindsay Gresham edito in Italia da Sellerio. Un’opera riscoperta da poco nel nostro Paese, anche grazie a un recente film a firma di Guillermo del Toro, ma pubblicata originariamente nel 1946.

Nonostante il titolo è bene sottolineare che in questo libro non c’è niente di sovrannaturale o misterioso. Niente fantasmi e apparizioni nei vicoli bui; almeno non davvero. Di spaventoso c’è forse solo la parabola del protagonista, Stan Carlisle. Nelle prime pagine, quando facciamo la sua conoscenza, Stan è un ragazzo solo al mondo che ha trovato un impiego in una fiera itinerante come aiutante tuttofare e che sogna di diventare un mago illusionista di fama, mentre nella vita di tutti i giorni se la cava con trucchetti da quattro soldi e una parlantina sciolta. La visione dello spettacolo del mangiabestie, vale a dire un geek, un uomo abbrutito dall’abuso di alcool e disposto a qualsiasi cosa pur di continuare a foraggiare il proprio inferno personale, sarà la molla che metterà in moto l’intera vicenda. 

Non è un caso se questa figura disturbante si trova al centro della scena proprio nelle prime pagine: i circhi e le fiere itineranti, in particolare quelli dei freak, degli “scherzi della natura”, erano una passione che l’autore aveva coltivato fin da molto giovane; diceva anzi di sentirsi affine a quegli sfortunati, poiché tutti, chi più chi meno, portavano in sé la propria dose di “mostruosità”, qualche handicap più o meno visibile e che li rendeva fenomeni da baraccone. Siamo certe, peraltro, che abbiate ben in mente il fenomeno a cui fa riferimento, quello dei circhi in cui si mettevano in mostra persone più che abilità, una sorta di museo Barnum dove gli spettatori pagavano per osservare dal vivo l’uomo pesce o la donna barbuta, gemelli siamesi e maghi capaci di leggere nella mente o muovere oggetti con la forza del pensiero. In molti casi, ovviamente, si trattava di frodi belle e buone, ma non erano pochi i casi in cui gli imprenditori campavano senza scrupoli sulla pelle di persone nate con deformità o disgraziati con problemi psichici. Gresham è un maestro nel descriverci questo mondo dall’interno, tanto che si potrebbe credere ne facesse parte a tempo pieno; in verità lo conosceva, sì, ma soltanto superficialmente, per lavoretti saltuari svolti e interesse personale più che altro. 

La figura del geek era rimasta impressa nella mente dello scrittore in seguito a una conversazione casuale, uno scambio avuto con un compagno di bevute mentre si trovava in Spagna, a combattere come volontario nella Guerra Civile. Questi gli aveva parlato del “mangiabestie”, capace di fare qualsiasi cosa per una bevuta, persino trangugiare pezzi di vetro o animali vivi. Gresham rimuginò a lungo su questa immagine, che divenne la fiamma in grado di accendere la sua fantasia, e la pose all’inizio della sua prima (e si potrebbe dire unica) opera.

Il libro si apre quindi con una domanda che segnerà la vita del protagonista: come si crea un geek? La risposta che gli viene data dall’impresario e capo della fiera itinerante dove lavora è che un geek si crea con la paura: la paura di perdere quello che ci ha reso dipendenti, come l’alcool, la droga, una donna, i soldi. È un potente cappio quello che si mette al collo un uomo che annega la propria sofferenza nell’alcool. 

La paura è uno dei temi portanti del romanzo. Essa diventa la materia attraverso la quale Stan tenterà la propria scalata economica, in una ricerca di rivalsa che tradisce a sua volta profonde paure: quella di fallire, quella di soccombere e perdere tutto. Stan desidera il successo, che per lui come per molti giovani persi dietro al Sogno Americano in quegli anni, come il più celebre Gatsby di Fitzgerald, si traduce in soldi e quindi potere. Fare sempre più soldi diventa il suo chiodo fisso, un miraggio da inseguire, e per farlo sarà disposto a barattare qualsiasi cosa, a ingannare e sfruttare i creduloni così come le persone che gli vogliono bene. Il giovane Stan, quindi, da ragazzetto affamato di vita e di un posto sicuro per sé nel mondo, si trasforma sotto i nostri occhi in un essere astuto e spietato, con il quale si fa sempre più difficile, pagina dopo pagina, empatizzare. Riuscirà, però, l’uomo divenuto il Grande Stanton a ottenere ciò che vuole? O non resterà piuttosto col fiato corto per tutta la vita, nell’ansia di quel vicolo buio in cui veniamo braccati dai nostri incubi che è la nostra esistenza terrena?

In questo libro vi attendono dunque circhi itineranti, illusionisti, spiritismo, truffe e donne che sanno essere tenere amanti, devote compagne o crudeli ingannatrici. Tutto questo Gresham lo narra con uno stile che riesce davvero particolare, soprattutto nella primissima parte. È in queste pagine, infatti, che la sua scrittura si avventura nei tentativi più sperimentali, saltando da un personaggio all’altro, da un flusso di pensieri ad un altro completamente differente, un po’ nel segno del più grande e famoso scrittore americano Faulkner. Non bisogna farsi spaventare, perché la narrazione diviene a mano a mano più classica e semplice da seguire, soprattutto perché va focalizzandosi completamente su Stan. 

Altra particolarità di questo libro è la struttura del romanzo. Come se una maga avesse steso davanti a sé le proprie carte per leggere il destino già scritto del protagonista, i capitoli sono scanditi e introdotti dai tarocchi, che in qualche modo ne accompagnano e anticipano gli eventi. È stato affascinante e divertente per noi, e speriamo che possa esserlo anche per voi, cercare di immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a poco basandoci sull’arcano maggiore presentato in apertura. Perfettamente in linea con il mondo di illusioni in cui ci cala con la sua storia, i tarocchi hanno il potere magico di prevedere il futuro e la trama, con la sua circolarità, non può che essere considerata in effetti già scritta.

Gresham non ebbe una vita facile. Vittima degli stessi vizi e debolezze che descrive nel romanzo, conobbe fortune alterne, che lo spinsero a cambiare spesso mestiere, donna e religione, senza che questo potesse salvarlo dalla depressione che lo avrebbe portato, a soli 53 anni, al suicidio. Nightmare Alley, che inizialmente fu un grande successo di pubblico anche grazie a un primo film realizzato dal divo Tyrone Power, cadde dopo qualche anno nel dimenticatoio, bollato come letteratura di genere nonostante di noir abbia soltanto le ambientazioni e accantonato. Gresham non riuscì mai a scrivere un’altra opera allo stesso livello e abbandonò la carriera letteraria. Siamo ben felici, quindi, che Sellerio abbia deciso di ripubblicare questo unicum nella sua produzione e vi invitiamo caldamente non soltanto a divorarne la storia ma anche a leggere la bellissima postfazione a cura di Tommaso Pincio.

E comunque fate attenzione, quando passate per una stradina poco illuminata: potrebbe essere la vostra Nightmare Alley, dove i vostri incubi vi attendono per annichilirvi… 

Elena e Manuela

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