Cultura e Società Sport

Sport e turismo sostenibile: diverse offerte per territori diversi

“Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età” cantava Francesco Guccini nella sua Canzone dei Dodici Mesi, ma i bilanci di fine estate si snodano sicuramente anche al di sopra del piano personale. In particolar modo riguardano, per gli addetti ai lavori, la sfera economica laddove si tirano le somme rispetto alla stagione turistica estiva che si appresta a sfiorire con l’autunno.

Eppure in un sistema economico moderno, non dovrebbe tutto ruotare solamente attorno all’attivo/passivo in senso stretto, bensì soprattutto attorno alle modalità che hanno consentito di arrivarci, in primis il loro impatto in termini di sostenibilità, per la persona, l’ambiente e i risvolti economici. Ecco il motivo per cui va tenuto conto di una serie di fattori su cui porre un occhio di riguardo, come quello dello sfruttamento delle risorse che un determinato territorio può permettersi di offrire.

Lo sport come pratica ecologica

In un quadro del genere viene naturale, quasi facile, considerare lo sport in senso lato, essendo l’attività motoria una pratica sostenibile sui diversi fronti dell’ecologia.

Il primo è sicuramente da leggersi in chiave personale. I vantaggi di chi si cimenta nella pratica sportiva non hanno infatti più bisogno di essere dimostrati. Basti pensare ai benefici per il sistema cardiovascolare, dalla prevenzione di patologie ad esso correlate fino al mantenimento di una bilanciata pressione arteriosa, senza comunque dimenticare il benessere psicofisico in generale, visto lo sviluppo di endorfine che contribuiscono al tono dell’umore.

Il secondo fronte abbraccia direttamente il territorio, in particolar modo quello trentino. Nella stagione calda sono raramente necessarie strutture al coperto per partecipare a un corso o svolgere un qualsiasi tipo di disciplina, il che dovrebbe consentire prezzi più bassi per l’utilizzo di superfici o di impianti esistenti e collaudati, che siano campi da calcio o piste di atletica ma anche, più semplicemente, aree boschive per orienteering.

Il terzo aspetto riguarda proprio la questione dei costi. Infatti, se finora si è fatto riferimento ad essi utilizzando il condizionale è solo perché, talvolta, la tendenza di alcune discipline a prestarsi verso gestioni tese al solo lucro è ancora radicata, o meglio incancrenita, da decenni di sciocche considerazioni su quelli che sono ignorantemente classificati come sport “di serie A” rispetto a tutti gli altri. Per capirci basti pensare a discipline come il tennis o il golf che ancora oggi si rivolgono senza valida motivazione a un pubblico di nicchia disposto a pagare molto più di quanto non sia necessario per lo svolgimento di quelle stesse attività.

Turismo e ambiente per riscoprire i territori e le loro bellezze

Un aspetto inerente al binomio sport e turismo è quello ambientale. Nel senso tradizionale del termine, il turismo improntato ad esempio attorno alla sola ristorazione, ai viaggi a lunga percorrenza (in aereo ad esempio…) o agli acquisti di merce in generale ha un impatto estremamente negativo sull’ambiente.

Ma è possibile immaginare un turismo diverso, facendo delle distinzioni, anche e soprattutto tra i singoli sport. Ad esempio, l’impatto ambientale dello sci da discesa è di gran lunga maggiore rispetto a quello dell’atletica, ma è anche vero che se un certo territorio è vocato per una peculiare disciplina, specialmente estiva (si pensi al lago di Garda e alla pratica della barca a vela), non servono sterminate infrastrutture per garantirne l’operabilità e quindi, a cascata, la sostenibilità.

Che poi le attività connesse al turismo sportivo beneficino del flusso di persone che sceglie quella determinata regione è scontato e non siamo certo a demonizzarlo, a patto che sia tutto integrato e inserito con sinergia nell’offerta che si propone all’ospite.

Si potrebbe obiettare che un turismo del genere non esclude per forza i viaggi a lunga tratta o spostamenti superflui. Ciononostante, a partire dall’esperienza di quanto accaduto nel biennio delle restrizioni da Covid-19, quando cioè si era reso necessario un turismo di prossimità, è possibile replicare a questa obiezione. In quel periodo si era ritrovato infatti il gusto per le camminate in montagna e per l’attività che le proprie località sapevano proporre, riscoprendone la gradevolezza e la fruibilità di iniziative a “chilometro zero”.

Questa modalità di proporre e vivere il turismo sportivo potrebbe quindi essere funzionale alla riscoperta delle bellezze del territorio, specialmente in un Paese che può vantare un patrimonio culturale e naturale così ampio. Tanto per dare un’idea, l’Unesco assegna all’Italia il primato mondiale con 59 siti, davanti a Cina, Francia, Germania e Spagna.

Turismo e sport in Trentino – Alto Adige

Nel panorama nazionale il Trentino – Alto Adige vanta sicuramente opportunità di assoluto valore che si stanno via via adeguando al concetto di sport sotto la luce di un turismo più sostenibile. Non è un caso che si stia infatti puntando molto sulle due ruote, con la riscoperta della bicicletta, ma anche dello sci nordico, tutte discipline a basso impatto ambientale.

Le opportunità per orientare la propria prospettiva anche secondo i criteri sopra esposti, come si è visto, non mancano, ma sta alla nostra sensibilità saperle cogliere, adeguando quindi, perlomeno in parte, non solo l’idea di ferie ma un intero stile di vita volto al rispetto di quello che può essere ribattezzato come un vero e proprio eco-sistema turistico.

Una rivisitazione del turismo che dovrebbe partire già dalle scuole attraverso scelte pratiche e attente alle necessità e alle opportunità che un territorio può offrire. Si potrebbe ad esempio proporre con più frequenza gite in barca a vela a Torbole o un’esperienza di rafting in Val di Sole, senza per questo voler svalutare il resto del Paese o il resto del mondo. In ottica più ampia, lo sport potrebbe quindi aiutarci a rivalutare e dar credito a una nuova idea di turismo sostenibile. La bellezza è spesso meno distante di quanto non si possa pensare.

Davide Girardi

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