La libreria di passaggio

Ufo 78

Se mai vi capitasse di leggere il Daodejing in lingua originale, vale a dire in cinese, scoprireste che il terzo verso inizia con i caratteri 无名, che si legge “wu ming” e significa “nessun nome, senza nome”. Non chiedeteci perché qui alla libreria di passaggio dovremmo intrattenerci col il Daodejing (lettura affascinante, comunque, che consigliamo assolutamente un capitoletto alla volta prima di andare a dormire) o perché dovremmo saper leggere i caratteri cinesi; concentriamoci invece su queste due sillabe e sul significato che nel tempo hanno portato con sé, soprattutto nel corso degli ultimi cento anni.

“Wu Ming”, infatti, è diventato in Cina uno degli pseudonimi per eccellenza, soprattutto dall’introduzione dei reati di opinione e della censura fortemente limitante voluta dal partito comunista, utilizzato dagli scrittori per pubblicare in anonimato le opere più critiche al regime e considerate dissidenti. Non deve sorprendere, dunque, che il più famoso collettivo di scrittura nostrano abbia scelto questo nome per presentarsi sugli scaffali delle librerie.

I Wu Ming hanno nel corso degli anni mutato leggermente la propria formazione e intrapreso anche progetti autonomi, ma sono in definitiva un gruppo di scrittori, in origine cinque, che, prendendo il via dal grande successo del romanzo Q del progetto Luther Blissett, hanno pubblicato nel giro di vent’anni opere divenute più o meno popolari e che hanno ottenuto ottimi riscontri anche all’estero. Se volete un consiglio di lettura dagli archivi, oltre al suddetto e celeberrimo Q, padre di tutti i complottismi contemporanei, vi consigliamo L’armata dei sonnambuli, romanzo storico punteggiato da inquietanti elementi soprannaturali ambientato in una Parigi all’indomani della Rivoluzione Francese.

Quando diciamo che questo è un consiglio di lettura dagli archivi, peraltro, non intendiamo soltanto d’annata, ma facciamo riferimento anche e soprattutto a una decisione che il collettivo ha preso fin dalla sua formazione e che rende le sue opere facilmente usufruibili: tutti i principali romanzi di Wu Ming, a distanza di qualche anno dalla loro uscita in cartaceo, sono infatti disponibili gratuitamente sul loro sito e sulle piattaforme di libero scambio per ebook.

Una scelta forte, di grande rottura con la legge del diritto d’autore e con il mercato editoriale contemporaneo. Wu Ming, d’altronde, è un collettivo fortemente schierato dal punto di vista politico, che ha fatto delle proprie convinzioni e dei propri ideali il fondamento della propria scrittura e che è rimasto negli anni fedele a quei principi, al di là dell’ondivaga scena politica del nostro Paese. Ci tenevamo a parlare di questa iniziativa proprio per la sua eccezionalità nel panorama italiano e per l’impatto che una scelta simile può avere sia sul mondo dell’editoria sia sulle tasche e sui consumi degli utenti, avendo come ultima conseguenza un minor impiego di carta, pur garantendo la massima diffusione al pubblico possibile. Un discorso a nostro avviso non semplice e affascinante, che tuttavia esula dal libro di cui oggi vorremmo parlarvi.

Ufo 78, essendo l’ultima fatica dei Wu Ming, non è disponibile in formato gratuito online, ma a nostro avviso è un libro da recuperare assolutamente attraverso canali più classici. È un romanzo che abbandona la storia internazionale e torna a mettere al centro dell’azione l’Italia, in particolare i tre mesi tra marzo e maggio del 1978 che, in qualche modo, stravolsero per sempre la storia del nostro Paese. È il 16 marzo 1978, per la precisione, quando Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, viene rapito dalle Brigate Rosse a Roma. Un sequestro che sconvolse l’Italia e che si concluse quasi due mesi dopo, il 9 maggio, con la sua uccisione.

Quella di Moro è una vicenda che impresse una ferita profonda nel cuore e nella mente degli italiani, come l’omicidio Kennedy o il più recente attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre negli Stati Uniti. Il caso Moro rimane negli annali non solo per la sua straordinarietà e brutalità, ma anche per come fu strumentalizzato dalle forze politiche del momento e per l’effetto che ebbe sulle simpatie politiche della popolazione. Arrivato verso la fine degli anni di piombo, dopo i dieci anni di attentati e stragi che hanno caratterizzato la strategia della tensione, è forse l’azione più audace dei terroristi rossi, l’ennesimo mattone nel muro di violenza che portò l’Italia dall’impegno politico degli anni Sessanta all’allontanamento e al disinteresse yuppie degli anni Ottanta.

È importante, approcciandosi a questo libro, tenere a mente che questo è lo sfondo storico su cui si muovono i protagonisti; tuttavia, come si intuisce dal titolo, il focus dell’azione, almeno in apparenza, è un altro. Mentre va in scena un evento tanto epocale, in Italia impazza la mania degli extraterrestri. Sono i giorni in cui esce al cinema Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg e su tutta la penisola si moltiplicano gli avvistamenti e le segnalazioni di oggetti volanti non identificati, luci misteriose e altri eventi al limite del paranormale. Una vera e propria moda, che contendeva alla politica e alla cronaca nera le prime pagine dei giornali, ispirava musica, romanzi e saggistica di dubbia affidabilità e aveva portato alla formazione dei primi gruppi di ufologi italiani.

In questo complesso quadro si intrecciano le vite dei personaggi scelti dai Wu Ming per accompagnarci in una storia molto più inquietante e oscura, ma al contempo assai più concreta, di quanto possa sembrare a prima vista. C’è Martin Zanka, scrittore di libri di paleoastronautica (se non sapete di cosa si tratta probabilmente avete utilizzato il vostro tempo libero in maniera più consona di quanto abbiamo fatto noi, ma per farvene un’idea potete cercare qualche video sulla teoria degli antichi astronauti su YouTube) ormai stanco e in cerca di qualcosa di più significativo da raccontare.

C’è Vincenzo, suo figlio, ex tossicodipendente che ha forse trovato la forza per uscirne in una comune di ispirazione femminista tra le montagne toscane. C’è Milena, giovanissima sociologa, che studia i gruppi di ufologi italiani con lo stesso entusiasmo di un’antropologa alle prese con una popolazione appena svelata dalle profondità della giungla amazzonica.

Ci sono, ovviamente, gli ufologi, da non confondere con gli ufofili: gli uni cercano di verificare e classificare gli UFO, gli altri accolgono la stranezza e il mistero di questi fenomeni con totale apertura mentale, più attenti a cosa gli UFO rappresentino per chi li vede di quanto questi esistano davvero. E poi ci sono Jacopo e Margherita, due scout scomparsi su un monte nella Lunigiana durante una notte di gioco e mai ritrovati. Torino, Roma, la Lunigiana; tante vite e tante storie apparentemente indipendenti l’una dall’altra, ma che in verità si andranno intrecciando e annodando indistricabilmente, fino a formare un arazzo davvero inaspettato.

La cosa meravigliosa di questo romanzo è che si legge con la stessa curiosità di un giallo, perché in fondo è un giallo, ma allo stesso tempo riesce a trasmettere la precisa immagine di un Paese in un determinato momento storico. Ufo 78 è una fotografia dell’Italia che stava cambiando, che si sentiva nuova, moderna, e che cercava di lasciarsi alle spalle un’eredità pesante e scomoda: quella della Seconda Guerra Mondiale, del fascismo e delle tensioni politiche che ne erano seguite.

Questo romanzo ha la capacità di calare il lettore davvero nel pieno del 1978, grazie a un’infinità di piccoli dettagli perfettamente integrati nel testo: la musica, la televisione, i vestiti, il calcio e le automobili, i gesti quotidiani e i modi di dire della gente comune, ma anche le notizie di stragi e sparatorie trasmesse dalla voce del giovane Bruno Vespa al TG1. È un 1978 quasi “tattile”, che dà modo al lettore non più giovanissimo di rivivere un periodo sicuramente intenso della propria vita e a chi non era presente in quegli anni di farsene un’idea più chiara e realistica.

D’altra parte questo romanzo è anche un gioco col lettore, perché mischiati alle notizie di cronaca e a posti e persone realmente esistenti ci sono dozzine di dettagli inventati. Quanti dei protagonisti e delle comparse di questa storia sono esistiti davvero? Quanti dei luoghi citati si possono ritrovare su una cartina d’Italia? Gli scrittori e i musicisti che popolano le pagine di questo romanzo si possono leggere e ascoltare anche oggi? Realtà o finzione?

A volte l’una, a volte l’altra, altre volte sono persone o posti veri a cui però è stata cambiata o tolta una lettera del nome, giusto per confonderci. Sarà il lettore curioso a darsi da fare per scoprire quanto di ciò che sta leggendo è inventato. Oppure no. Perché per godere della lettura di Ufo 78 non è affatto necessario sapere se tutto ciò sia successo davvero, se ogni persona sia esistita.

È questo, forse, uno dei temi portanti dell’opera. L’essere umano brama il mistero, il sovrannaturale, ma allo stesso tempo fatica ad accettarlo, non riesce a non incasellarlo. L’ignoto si riduce spesso a qualcosa che va semplicemente indagato e classificato, perché vivere nell’incertezza genera ansia e confusione. Il mondo degli anni Settanta diventava sempre meno capace di gestire la mancanza di risposte, la leggenda, l’incredibile, e se da una parte si chiudeva nella becera realtà dei fatti, del tangibile a ogni costo, del consumismo e della modernità, dall’altra cercava di sfuggire del tutto al reale creando mondi immaginari in cui immergersi completamente e perdersi.

Sono tanti i modi in cui, in questo romanzo, le persone cercano di sfuggire al mondo reale: attraverso gli UFO, certo, e attraverso i racconti più o meno fantascientifici di romanzi e saggistica popolare, ma anche nella droga, vera piaga sociale che andava falcidiando una generazione, o rinchiudendosi in una comune fuori dal mondo, dove si poteva dimenticare la vita passata e affidarsi totalmente a un guru che donasse ai suoi adepti una sua progettualità indiscutibile.

D’altronde come criticare una reazione simile alla vita quando la realtà di tutti i giorni significa confrontarsi con la violenza insensata dei terroristi e delle bombe, una politica sempre più lontana dal popolo e le ferite mai sanate di un conflitto mondiale a cui è seguita una guerra civile conclusa, in parte, a tarallucci e vino, come se gli strascichi da essa lasciati nella memoria non fossero pesantissimi?

Sentimenti questi che non si discostano poi molto dal mondo in cui viviamo, che ha aggiunto, alle tante brutture del quotidiano, l’ansia per un futuro sempre più labile e incerto. E allora non è un caso se come allora fioriscono i complottismi, l’occulto e i ricercatori “alternativi”, se anche noi spesso sentiamo il bisogno di rifugiarci in risposte forse più assurde ma più semplici perché subito disponibili. Ci vuole forse più coraggio a essere ufofili, a leggere l’oroscopo sapendo che questo dice molto di più di noi e dei nostri bisogni di quanto non parli delle stelle.

Vi invitiamo dunque a mettervi alla prova, ad immergervi nell’Italia di Ufo 78, a scoprirne i misteri e metterne a nudo le infamie, quelle vere, mantenendo un animo ottimista e aperto al diverso, all’altro, all’oltre. Ve lo consigliamo perché è un romanzo intricato e appassionante, perché funziona tutto alla perfezione come all’interno dei migliori congegni meccanici e perché vi darà soddisfazione, anche se non per forza quella che speravate. E infine perché l’Italia che è stata non va dimenticata né semplificata troppo, ma compresa e interiorizzata, perché a volte dobbiamo confrontarci con discorsi e vissuti davvero difficili ma rimuovere è sempre la via di fuga sbagliata.

Elena e Manuela

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