Esteri Italia

G20: Nuove prospettive per l’Italia e per il mondo

Per la prima volta dalla sua creazione, nel 1999, l’Italia ha assunto la presidenza del G20, il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo. *

L’incarico italiano, cominciato il primo dicembre 2020, avrà durata annuale e troverà il suo culmine nel Vertice di Roma del 30 e 31 ottobre 2021, incontro a cui parteciperanno i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri del G20, gli esponenti politici di alcuni Paesi esterni e i rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali e regionali. I membri del forum rappresentano più dell’80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta.

In uno degli anni più complicati della storia recente, i leader mondiali saranno chiamati a trovare delle soluzioni per superare la crisi economica, sociale e sanitaria originata dalla pandemia di COVID-19, ma grande rilevanza sarà riservata a temi quali il cambiamento climatico, la transizione digitale e la lotta alle diseguaglianze.

* Gli Stati membri sono Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia.

Che cos’è il G20? 

Inizialmente, il G20 venne istituito per permettere ai ministri delle Finanze e ai rappresentanti delle Banche Centrali dei venti Stati membri di rispondere all’instabilità economica creatasi in seguito alla crisi del peso messicano del ’94, alla crisi del sud-est asiatico del ’97 e a quella russa del ’98. La prima riunione del G20 si tenne quindi a Berlino nel dicembre del 1999.

A partire dal 2008, con lo scoppio della crisi economica, il G20 fu elevato ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri. La convinzione, infatti, era che quella situazione di grave incertezza richiedesse un approccio olistico, che affiancasse alle risposte dell’economia e della finanza anche quelle della politica.

Nel 2009, al Vertice di Pittsburgh, su spinta degli Stati Uniti, i Capi di Stato e di Governo decisero di istituzionalizzare il forum, dando vita a un summit annuale.
Il G20 non ha una sede fissa ed ogni anno un paese diverso ne assume la presidenza e ne ospita gli incontri e, dal momento che non ha un segretariato permanente, l’agenda del gruppo e le sue attività vengono stabilite dalla Presidenza di turno in collaborazione con lo Stato predecessore e quello successore, così da favorire la continuità nei lavori. A dicembre l’Italia ha ereditato la presidenza dall’Arabia Saudita e alla fine dell’anno prossimo la cederà all’Indonesia. 

Come sarà il G20 italiano? Che priorità avrà?

Il G20 italiano sarà incentrato su tre priorità: People, Planet and Prosperity, tre tematiche che racchiudono le grandi sfide che il mondo sarà chiamato ad affrontare nei prossimi anni: la lotta alle diseguaglianze, al cambiamento climatico e lo sviluppo economico. 

Come affermato da Piero Benassi, diplomatico italiano responsabile dei lavori per il G20 fino alla nomina di Draghi a Presidente del Consiglio**, la priorità per il futuro deve essere quella di prendersi cura del pianeta e delle persone con un approccio integrato, assicurando una forte ripresa economica che sia al contempo inclusiva, resiliente e sostenibile.

Il primo pilastro stabilito nell’agenda del G20, People, indica che le politiche da adottare da qui in avanti dovranno essere incentrate sulle persone. Questo significa che bisognerà rispondere alle situazioni di povertà e di disuguaglianza, creando le premesse per tutelare i più vulnerabili e favorire l’empowerment femminile, sia nei singoli paesi che tra aree geografiche.
Relativamente al secondo pilastro, Planet, sarà importante rilanciare quegli impegni necessari per migliorare l’efficienza energetica, abbattere le emissioni, salvaguardare l’ambiente e la biodiversità e promuovere un’urbanizzazione sostenibile. Provvedimenti che implicheranno un’incessante azione di raccordo a livello internazionale e uno sforzo di sistema a livello nazionale con il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche, delle imprese all’avanguardia nel campo dell’innovazione, con il mondo della ricerca e la società civile. 
Infine, nel terzo pilastro, Prosperity, le sfide e le opportunità della rivoluzione tecnologica ricopriranno un ruolo fondamentale. “La digitalizzazione”, afferma Benassi, “crea ricchezza, ma per troppo tempo è stata fonte di precarietà e disuguaglianze. Dobbiamo renderla un’opportunità per tutti.” Questo significa ridurre il divario digitale, sia sotto il profilo infrastrutturale, garantendo l’accesso ad internet per tutti, sia a livello di competenze, favorendo un’adeguata e diffusa alfabetizzazione e formazione digitale. Significa anche sfruttare il potenziale della rivoluzione tecnologica per migliorare concretamente le condizioni dei cittadini in tutti gli aspetti della loro vita: rendere più efficaci le prestazioni sanitarie; agevolare la condivisione di dati per rafforzare i meccanismi globali di risposta alle pandemie; rendere flessibili i modelli organizzativi per redistribuire meglio il carico di lavoro domestico tra uomini e donne; migliorare l’efficienza delle reti di distribuzione energetica e moltiplicare il raggio di azione delle attività didattiche.

** Con la nomina di Draghi a Presidente del Consiglio, Piero Benassi è stato sostituito dal diplomatico Luigi Mattiolo. Nonostante questo cambio al vertice, le priorità e l’agenda del G20 resteranno le stesse.

Perché questo G20 è importante e che prospettive ci sono per l’Italia?

Complici la pandemia e la crisi sanitaria ed economica, alla presidenza italiana del G20 non è stata riconosciuta la copertura mediatica che un tale evento avrebbe richiesto, riservandone la trattazione a riviste specialistiche e a sparuti articoli tra le colonne di alcuni quotidiani nazionali.
La prossima edizione del vertice ha però dei risvolti interessanti che meritano di essere analizzati. 

Come abbiamo visto precedentemente, l’istituzione del forum si lega a una situazione di instabilità economica: il lavoro degli Stati membri all’interno del G20 si è rivelato fondamentale nel definire una strategia di contenimento per affrontare la crisi del 2008.

Una volta superata la crisi, però, come affermato dall’ex ministro Giovanni Tria sul numero di novembre della rivista Formiche, i summit hanno perso la loro ragione d’essere e si sono trasformati in incontri di routine poco rilevanti per le sorti del pianeta. Ma di fronte a questa rinnovata situazione di incertezza i lavori del G20 potrebbero tornare a svolgere una funzione cruciale.

La crisi sanitaria ed economica ha evidenziato le mancanze della comunità internazionale, che nella prima fase della pandemia non è stata in grado di cogliere i segnali dell’emergenza e di organizzarsi in maniera efficiente per affrontarla, lasciando spazio a tensioni e frammentazioni politiche. 

Il vertice potrebbe fornire un’occasione importante per rinsaldare i rapporti tra Stati e cercare di affrontare in maniera coordinata i problemi e le sfide del futuro. 

Il G20 del 2021, poi, permetterebbe all’Italia di tornare al centro dello scenario internazionale, dopo che nel 2017 aveva già presieduto il G7 di Taormina, vertice a cui avevano partecipato USA, Canada, Giappone, Francia, Inghilterra e Germania e che aveva avuto nel cambiamento climatico, nel commercio e nella lotta al terrorismo le sue tematiche principali. 

A causa della pandemia globale e dell’agenda poco definita dalle presidenze di turno, il G7 americano e il G20 saudita del 2020 non sono riusciti a influenzare le grandi questioni globali. Per questo motivo la presidenza del G20 può rappresentare una grande opportunità per l’Italia, che potrebbe orientare e rilanciare un’agenda globale ambiziosa e tornare ad avere un ruolo di rilievo nella politica internazionale.

Attraverso le tre priorità individuate per questo summit il Belpaese potrebbe affrontare indirettamente alcune questioni importanti per il proprio interesse nazionale, come la stabilizzazione del teatro mediterraneo e della regione balcanica, attraverso cui passano i principali flussi migratori, e la creazione di iniziative di cooperazione allo sviluppo nel Nord-Africa. 

Il Vertice di Roma sarà anche una delle prime occasioni di dialogo con la nuova amministrazione Biden e rappresenterà uno dei rari momenti di confronto, oltre a quelli in sede ONU, tra gli Stati Uniti del nuovo Presidente e la Cina di Xi Jinping. Sarebbe insensato credere in una normalizzazione dei rapporti tra le due potenze, ma la presidenza italiana può indirizzare la loro partecipazione verso tematiche costruttive, come la lotta al cambiamento climatico.

Non dobbiamo tralasciare, poi, la partecipazione di Russia e Turchia, due Stati che negli ultimi anni hanno ricoperto un ruolo controverso nello scacchiere geopolitico mondiale: sarà interessante vedere come si relazioneranno con loro gli altri membri del G20 (Russia e Turchia hanno sostenuto due fazioni opposte nelle guerre civili in Siria e in Libia. Non si possono non citare, inoltre, le ingerenze di Mosca in Ucraina e in Bielorussia, quella decennale di Ankara a Cipro e i suoi recenti screzi con la Grecia nel Mediterraneo orientale, e la crescente radicalizzazione di Erdogan). 

Oltre al G20, l’Italia ospiterà il Global Health Summit, un vertice che si terrà il 21 maggio a Roma, con l’obiettivo di affrontare le principali sfide connesse all’emergenza sanitaria, e il summit tra i ministri della salute dei venti Stati membri del G20, programmato per il 5-6 settembre. 

Il nostro Paese, infine, sarà chiamato ad organizzare la Cop26 in collaborazione con la Gran Bretagna, che ne deterrà la Presidenza. La Cop è una conferenza annuale organizzata nella cornice della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e quest’anno si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre, mentre gli eventi preparatori verranno ospitati dall’Italia.  

Questa edizione sarà importante perché i Paesi partecipanti dovranno rendere conto dei loro progressi nel contenimento della produzione di diossido di carbonio (dopo la firma dell’Accordo di Parigi del 2015) e trovare nuove risposte attraverso cui fronteggiare la crisi climatica. 

Con queste iniziative, l’Italia ha le potenzialità per tornare al centro della scena internazionale. Ma affinché questo avvenga è necessario che riesca a dialogare con gli altri Stati membri e che ne orienti l’agenda e la condotta. Solo se ci sarà uno sforzo condiviso da parte di tutti verso la realizzazione di un futuro migliore per il pianeta e per la sua popolazione, l’Italia potrà ritenersi soddisfatta.

Marzio Fait 
Foto di Elisa Amplatz

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